A nessuno piace ricevere un NO dopo aver fatto una proposta, un’offerta, una richiesta.
Ci sembra che la strada per raggiungere l’obiettivo si sia subito interrotta senza rimedio, che non esista più alcuno spazio negoziale ancora prima di aver avuto la possibilità di sostenere le nostre ragioni.
Ma è proprio così? Il “NO” che abbiamo ricevuto significa “ho ponderato tutti i fatti oggettivamente e compiuto la sola scelta razionale”?
O non dovremo piuttosto guardare al “NO” da un’altra prospettiva? Con il “NO” l’altra parte negoziale ci comunica solo un rifiuto irrimediabile o piuttosto dietro la chiusura si cela un bisogno profondo di autonomia, di controllo della situazione?
Potrebbe essere proprio il “NO” a segnare l’inizio di una negoziazione invece che a rappresentarne la fine?
Nell’articolo che vi condividiamo vediamo meglio come affrontare il “NO” in una trattativa, e come sia addirittura possibile accoglierlo e renderlo funzionale ai nostri obiettivi.